carlo ravaioli “La Città dei Filosofi” olio su tela cm. 90×180 – particolare: Le case arcaiche
L’orizzonte illusorio e la falsità della ragione
Carichi di entusiasmo per aver trovato qualche risposta dalle esperienze meditative di alcune tappe della città dei filosofi iniziamo a seguire il sentiero che ci porterà fuori dal centro. Dalla sommità del monte le case arcaiche sembravano a pochi passi: ancora una volta i giochi prospettici degli architetti dei filosofi avevano creato l’inganno puntando sulla illusione ottica. Il messaggio era a quel punto molto chiaro: se qualcuno di voi si trova a un certo punto del viaggio di fronte una parvenza di verità, sappia che in realtà si trova solo all’inizio di un nuovo viaggio. Il cammino è molto lungo e, a differenza di ciò che sembrava, in salita.
Poco prima di arrivare alla sommità del percorso, si notano le riproduzioni dell’insediamento abitativo più antico della città (540-535 a.C.): si tratta di abitazioni ad un solo vano con cortile antistante: la muratura è a blocchi di arenaria di forma poligonale come dai una tecnica importata direttamente dall’Asia Minore da dove provenivano i coloni. Le case sono disposte a terrazza ed attraversate dal sentiero che qui si allarga in una strada di terra battuta che finisce dove finiscono gli edifici: in questo piccolo quartiere si accede solo dal sentiero che proviene dalla sommità del centro città. La puntigliosità di questa ricostruzione va a sottolineare che qui ci troviamo in un luogo che precede la data della fondazione dell’urbe. Pare che i filosofi abbiano collocato alla fine del viaggio ciò che sta all’origine della città quasi a suggerire che l’inizio e la fine possano coincidere. Quella che doveva essere una visita guidata in cui godere della vista e degli altri sensi, si è trasformato col tempo in un percorso intricato nel pensiero speculativo catturati qua e là dall’illusione di scoprire la verità sull’essere. In fondo al nucleo abitativo finisce la strada senza una netta interruzione quasi a sfumare col terreno, questo per indurci a proseguire verso le ultime costruzioni che vediamo spuntare poco lontano.