carlo ravaioli “La Città dei Filosofi” olio su tela cm. 90×180 – particolare: La Scuola Eleatica
L’essere è e non può essere il non essere.
Il non essere non è e non può essere.
Il nostro cammino prosegue lungo il litorale fino al porto per poi salire a zig zag tra le viuzze e i cortili della città alta. Le case che si affacciano sull’acqua sembrano immerse come se subissero una alluvione o come se il livello del mare si fosse alzato improvvisamente a dismisura. Di fianco alla casa di Parmenide un minuscolo istmo ci permette di proseguire ed entrare nel complesso urbano dedicato alla scuola eleatica pensata e creata nell’antichità dal filosofo Senofane e fondata poi da Parmenide. Edifici complessi incastrati l’un l’altro a creare effetti prospettici paradossali, illusioni ottiche di costrutti impossibili per ribadire il concetto fondamentale del pensiero eleatico riguardo all’apparenza e all’essere.
In particolare ci sono due edifici che se guardati da un lato sono separati da una costruzione quadrangolare che sorge su un giardinetto, se guardati dall’altro lato sono perfettamente uniti creando un grande effetto di spiazzamento e di nonsense spaziale. Finalmente, dalla casa che sembra immersa nell’acqua, esce all’improvviso un abitante della città. Si presenta come il custode della scuola filosofica ed è felice di raccontarci e descrivere quello che era il pensiero eleatico del 500 avanti Cristo, di come gli scavi dell’antica città siano stati “smontati” per essere collocati altrove e dare l’dea che tutto sia stato costruito di recente. Alle nostre domande non risponde, prosegue nel suo racconto come un automa, una semplice registrazione vocale che si avvia ogni qualvolta che un visitatore si sofferma nel cortile della scuola con aria stupita e interrogativa riguardo alla realtà o finzione di quello che sta guardando. Un gioco di domande senza risposte tipico del costrutto mentale del filosofo.