carlo ravaioli “La Città dei Filosofi” olio su tela cm. 90×180 – particolare: Agorà
Il luogo di pubblico ritrovo dei filosofi
La parentesi dedicata all’illusione ottica, oltre a permetterci una sosta di riposo nel viaggio alla scoperta della città, ci ha portato a riflettere sulla prima metà della nostra visita che prevede circa altre tredici tappe. Alcuni di noi si sono annoiati, altri avevano aspettative diverse e tutti pensavamo di incontrare i filosofi moderni al “lavoro” senza la pretesa che ci trasmettessero le loro scoperte, semplicemente perché pensavamo che esistessero sfacessero parte integrante dell’ambiente. La piazza centrale a ridosso della zona portuale avrebbe dovuto essere il luogo più animato dell’urbe, in realtà le uniche persone che incontriamo sono visitatori che si ritrovano con le nostre stesse perplessità. Una buona occasione per scambiare opinioni, domande e risposte con la conclusione che la città è completamente disabitata ma tenuta viva come se non lo fosse. Qualcuno ci vede un trasloco recente, un esodo improvviso, una fuga da un pericolo incombente, in realtà qualcun altro, suggerendo di dimenticare gli abitanti pensatori, ci fa capire che da ora in avanti ci dovremo confrontare e interagire con gli aspetti simbolici delle architetture. Come se le case e le piazze trasmettessero al turista messaggi nascosti da interpretare rendendo l’aspetto del risultato finale diverso per ogni visitatore. Già il fatto che la piazza del centro città non sia un unico spazio ben delimitato bensì spezzettato in una serie di cortili, piazzette e terrazze incastonati gli uni nelle altre ci suggerisce un nuovo modo di guardare le cose spingendoci a separare quello che si guarda da quello che si suppone di vedere. Dopo aver risalito la scala su cui eravamo seduti si attraversano alcuni passaggi angusti fino all’entrata di una piazza poligonale a livello del mare, la più ampia dell’Agorà. La disposizione dei volumi circostanti deformano la prospettiva in modo tale da sembrare un piano obliquo . Su questo spazio si affacciano la Torre di Senofane e la Porta Antica che visiteremo nelle prossime tappe. Proseguendo, piani su vari livelli terrapieni arrotondati, costruzioni senza tetto, mura di cinta e muri senza nessuna funzione sono gli elementi di questo luogo che più che una piazza assomiglia a un palcoscenico teatrale a cielo aperto senza platea. Ciò per invogliare il pubblico a sentirsi attore/spettatore e a creare lui stesso la parte da recitare.