il presente infinito 20 Nov

INAUGURAZIONE SABATO 1 DICEMBRE
ORE 17,00 

Mostra personale di Carlo Ravaioli

a cura di Luigi Foschini 

Galleria d’Arte Bottega Gollini

Via Emilia 43 Imola – www.bottegagollini.it

“Presente infinito”, a cura di Luigi Foschini, approfondisce il lavoro di Ravaioli attraverso un’ampia selezione di opere tra le più significative degli ultimi anni, dai Paesaggi a colori ai recenti Paesaggi in bianco e nero, fino alle Città e ad alcuni Interni. In esposizione vi è anche uno dei suoi Ritratti di donna Avatar (“Aurora”), due Sculture di stagno, una delle celebri Città Volanti e un’opera della serie Città Vulcano che ha di recente riscosso grande successo.
Lo studio del paesaggio, guidato dall’amore per la propria terra e per i luoghi della sua infanzia, caratterizza il percorso artistico di Ravaioli che si lascia ispirare dalle colline e dai corsi d’acqua della bassa pianura Romagnola. Con un approccio alla pittura del paesaggio sperimentale e sofisticato, l’artista mette al centro della ricerca l’indagine del tempo e dello spazio, fino al superamento dei loro confini.
I suoi Paesaggi sono rappresentati in momenti diversi della giornata ma sullo stesso quadro, in un molteplice sdoppiamento del punto di vista. Il tempo scorre sulla tela e si allunga all’infinito, per un racconto che comprende le variazioni che si verificano nell’arco della giornata o dell’intero anno. Estate e inverno, primavera e autunno, notte e giorno: tutto appare contemporaneamente sulla scena, accentuando la sensazione di straniamento, in un’atmosfera sospesa e surreale.
Carlo Ravaioli richiama la ripresa cinematografica, facendo convivere sulla stessa tela una doppia visione – inquadratura zenitale dall’alto e contemporaneamente da un lato – in una prospettiva falsata e irreale che suggerisce la tensione alle infinite possibilità di percezione di uno stesso ambiente. Nelle sue Città di pianura l’orizzonte mantiene la stessa importanza del soggetto del quadro che occupa la zona centrale o il primo piano, grazie alla messa a fuoco da zero a infinito. “In fondo era la scorsa settimana”, oppure “Il mio presente è infinito” sono opere che esprimono appieno il risultato della ricerca formale e concettuale oltre il limite.
Nelle opere pittoriche a colori, dai Paesaggi fino alle Città e alle celebri Navi Volanti, l’artista punta alla densità delle masse e alla pienezza dei volumi attraverso un uso magistrale del colore. Le tonalità complementari sono accostate con grande equilibrio, la materia appare graffiata, consumata, vissuta, tanto da fare assomigliare i quadri ad affreschi rovinati, per effetti suggestivi che ricordano gli intonaci dei muri dipinti e ridipinti, della calce, dei colori opachi. Il risultato pittorico del colore riflette il lavoro dell’artista che come un alchimista sperimenta miscele di differenti materiali.
La ricerca artistica si spinge più lontano nei recenti Paesaggi in bianco e nero (serie IRED), paesaggi in acrilico e a olio inventati seguendo la resa cromatica della pellicola sensibile all’infrarosso, nata per la ricognizione aerea militare, che rende visibile quanto all’occhio umano è invisibile. Nelle riprese aeree delle foreste, tutto cioè che contiene clorofilla o il colore rosso appaiono bianchi, mentre quanto è mimetizzato artificialmente appare nero. Con la possibilità di allargare la percezione visiva alla sfera dell’infrarosso, la realtà subisce un’alterazione più accentuata del normale bianco e nero, ed è spesso completamente sfalsata. Paesaggi sempre più spogli e inquadrati da un punto molto distante, in un meticoloso gioco di luci e ombre, fanno sembrare innevato un paesaggio che non lo è, lasciando sulla tela frammenti di natura protagonisti di ambientazioni fittizie.
Non poteva mancare nell’esposizione una delle celebri Navi – Città Volanti che rappresentano il desiderio dell’artista di appartenere a un Paese libero e un tributo all’antico amore per la fantascienza.
Il lavoro sui Ritratti viene ricordato con “Aurora”, ritratto di una donna Avatar, protagonista del gioco di realtà virtuale Second Life.
“Uomo di stagno” è l’opera rappresentativa dell’originale lavoro sulla scultura di Ravaioli che compone la figura umana con fili e lamelle di ottone tenuti assieme da saldature di stagno, accentuando i vuoti; la scultura è un’esperienza dei primi anni ’80, abbandonata e poi ripresa nel 2015.
L’opera di Ravaioli, estremamente ricca di dettagli, invita a una contemplazione lenta e riflessiva, capace di scoprire continui e inattesi livelli di visione, in un affascinante viaggio dentro il quadro.